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Martedì 16 luglio, ore 2024
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“BELLA BRO! – Al passo dei preadolescenti”

Il seminario di studio, vissuto a Roma sabato 19 e domenica 20 marzo 2022, è stata una preziosa occasione per incontrare  nuovamente responsabili, assistenti ed educatori ACR provenienti da varie parti d’Italia, per confrontarsi  attentamente e per continuare a riflettere insieme su una fase di vita delicata dei ragazzi che abitano i nostri gruppi: la preadolescenza.  Sono ancora molto forti le emozioni da noi vissute e siamo grati per aver avuto modo di  conoscere più da vicino e in profondità il loro linguaggio, le loro preoccupazioni, i loro cambiamenti,  la loro spiritualità, la loro voglia di essere ascoltati e accompagnati  con cura. Abbiamo compreso, grazie agli interventi mirati di tanti ospiti, che dobbiamo saper osservare per conoscerli fino in fondo, saper osare e sperimentare nuove strade per coinvolgerli e saper essere comunità per farli sentire accompagnati.

La Prof.ssa Augelli ha evidenziato come questa fase di vita porti con sè un disorientamento proprio dei momenti di passaggio: i ragazzi vivono il turbamento emotivo, l’incertezza identitaria e lo smarrimento assiologico. La bellezza di quest’età sta nel passaggio dal dato al ricercato, un esercizio di senso e di discernimento continuo che è proprio di ogni ragazzo.  Vogliono diventare autonomi ma la pandemia non li ha aiutati perché li ha portati a vivere un tempo di paure, in cui la loro crescita è stata minacciata ed esasperata di colpo. Si sono trovati a dover fare i conti con le grandi domande del senso della vita. L’Augelli ci ha ricordato che il gesto più coraggioso da fare, in quanto educatori, è alimentare con loro la ricerca di senso, cercare con loro le risposte e non porsi come coloro che le posseggono già tutte. Ci ha donato inoltre le parole del pedagogista polacco Janusz Korczak: “Un buon educatore, colui che non costringe ma libera, non trascina ma innalza, non comprime ma forma, non impone ma insegna, non esige ma domanda, passerà insieme ai bambini molti momenti esaltanti”.

Il Prof. Formella ci ha aiutati a riflettere su quanto sia importante, per la spiritualità di un preadolescente, una rilettura del vangelo alla luce del tempo odierno, dei loro bisogni e delle loro esigenze. Nel periodo di ostilità che vivono molte volte si allontanano dalla fede, la contestano, anche se ne hanno bisogno. Ci sarebbe bisogno di un equilibrio, di una autentica collaborazione tra il mondo della scuola, la chiesa, i social e la famiglia. Il consiglio e la sfida che ci ha lanciato il Prof. riguarda il non trascurare l’educazione tra pari, con occhi adulti che seguano e affianchino il progetto tracciato da Dio e intuito per il loro futuro. La fede è un’eredità nella nostre mani, dobbiamo cercare le modalità giuste per raggiungere i ragazzi, senza aspettare che siano loro a fare il primo passo.

Abbiamo scoperto e toccato con mano, attraverso forme laboratoriali, realtà che in Italia lavorano con i preadolescenti e riescono a capirli e a farli esprimere, in tutta la loro unicità.

Abbiamo poi avuto modo di vivere una tavola rotonda all’interno della quale, insieme a Lorenzo Zardi, Vicepresidente nazionale per il settore Giovani di Ac, e a don Michele Birardi, Direttore della Pastorale giovanile di Bari – Bitonto, ci siamo soffermati a ripensare le proposte formative della nostra Associazione in modo che i ragazzi siano i veri protagonisti.

Il nostro impegno più grande deve essere farci prossimi alle loro vite, sono “grandi accompagnati” da adulti che hanno il dovere di essere motivati e capaci di alimentare il fuoco delle passioni dei ragazzi.

Don Michele ci ha condotti, attraverso bellissime immagini di un famoso fumetto, a riflettere sulla sana imperfezione dei ragazzi ma anche sulla nostra. Dobbiamo diventare, nella loro logica selettiva, una risorsa grande; dobbiamo accompagnare le loro paure e prenderle sul serio.

Lorenzo parla di un accompagnamento che è cura attenta nella vita quotidiana dei ragazzi, dobbiamo orientare le attività pastorali in modo che si sentano pensati e capiti.

La realizzazione piena di tutto ciò è la comunità che deve vedere nei ragazzi una risorsa grande su cui investire e in cui ognuno di loro deve sentire di avere un posto ben preciso.

Dobbiamo esser pazienti e perderci negli errori e nei successi dei ragazzi, davanti a noi non avremo mai fotocopie perfette ma dobbiamo essere capaci di accettare i loro limiti, conoscere i loro bisogni e promuovere le loro genialità.

 

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Chiara, Domenico, Milena, Pasquale e Vincenzo




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