La relazione della presidente diocesana Margherita de Pinto ha dato il via al camposcuola diocesano unitario “Per un’ Ac che sa abitare la soglia”. La soglia rappresenta quel luogo intermedio, che diventa luogo d’incontro, luogo per guardare oltre, fuori. Il pomeriggio inoltre ha visto protagonista la lectio dell’assistente unitario don Gianni Fiorentino “ Sulla soglia con lo sguardo e il cuore di Dio”: “la soglia è il luogo architettonico dove si custodiscono le relazioni”. Questo primo pomeriggio trascorso insieme si è poi concluso con la serata organizzata dai responsabili diocesani adulti dal nome “Musichiere”.
La seconda giornata di campo ha visto nella mattinata protagonista Piero Conversano, già delegato regionale Ac Puglia; il tema trattato è stato “Per un Ac che sa abitare la soglia”. Piero ci ha presentato le parrocchie come strutture al servizio della persone, infatti la struttura è lo strumento mentre l ‘obiettivo è la cura pastorale delle persone. Il vangelo ci indica il cosa e il come mentre noi dobbiamo chiederci per chi e con chi facciamo chiesa. Secondo Piero L’Ac sa abitare la soglia però dovrebbe con più insistenza fare un passo in avanti, chiesa in uscita. Sono seguiti i laboratori in cui ognuno di noi attraverso la riflessione e il confronto ha cercato di collocarsi nei quattro percorsi di trekking proposti ovvero radici, corresponsabilità, missionarietà e sinodalità. Nel pomeriggio abbiamo incontrato e conosciuto il secondo testimone Dalila Ardito, consigliera nazionale Ac settore adulti. Il suo racconto ci ha toccato tutti emotivamente e ci ha scosso tanto; lei infatti per parlare del tema “Vivere l’essere laici: dalla propria identità alla cura dell’altro nel mondo” ci ha raccontato le sue esperienze di vita, esperienze che hanno toccato il cuore di ognuno di noi, vissuti che ci hanno scosso nel profondo del nostro animo, storie che ci hanno imposto di porci mille interrogativi. Lei ci ha fatto capire come il prendersi cura non è preoccuparsi ma occuparsi; chi si pre-occupa è uno che vive sempre con un passo accelerato rispetto alla vita, mentre chi si occupa è uno che della vita che segue il ritmo, quello del cuore senza porre limiti all’amore che mette nelle sue azioni. L’intervento di Dalila ha portato poi ad un confronto costruttivo e accrescitivo in cui le riflessioni sia di noi laici che dei sacerdoti presenti ci ha consegnato l’importanza delle relazioni infatti tutto gira intorno alla relazione, la relazione con gli altri, la relazione con Dio. Dalila inoltre alla fine del suo intervento ha “donato” ad ognuno di noi un pezzo dei vari e tanti barconi affondati nel nostro mar Mediterraneo. Subito dopo è seguito il secondo laboratorio, in cui divisi come sempre in quattro gruppi abbiamo riflettuto attraverso il confronto su come partendo dalla nostra identità possiamo prenderci cura dell’altro. La giornata si è conclusa con la bellissima e divertentissima serata organizzata dai responsabili diocesani acr e giovani chiamata “Olimpiaci”.
L’ ultimo giorno del campo ha visto protagonista l’intervento di Luigi La Notte, coordinatore del circolo Bat di Argomenti 2000; il tema illustratoci da Luigi è stato “Cristiani laici nella Polis”. Luigi ci ha detto che i cristiani laici nella polis dovrebbero dare uno scatto in più ma per fare questo bisogna essere sempre pronti ed allenati perché i cristiani laici sono responsabilmente a servizio della comunità civile ed ecclesiale. A seguire si è svolta la celebrazione eucaristica del nostro vescovo Monsignor Cornacchia il quale durante omelia ha
detto che l’ Azione Cattolica è una bella eredità che dobbiamo diffondere e soprattutto radicare nel cuore degli aderenti. La parola di Dio, noi aderenti la dobbiamo ascoltare e praticare perché questo esercizio ci deve vedere presenti nel cuore della storia. Nel primo pomeriggio si è svolto il terzo e ultimo laboratorio in cui ci siamo soffermati sul ruolo dei laici cristiani nella polis moderna concentrandoci su quattro principali atteggiamenti da adottare per essere parte attiva delle nostre città e comunità. A chiudere questo così costruttivo camposcuola è stata la presidente diocesana Margherita de Pinto che con le sue forti parole ci ha fatto comprendere la soglia è il luogo dove la nostra fede e l’Azione sociale coesistono, infatti l’impegno sociale e politico è la naturale espressione della nostra vita spirituale, perché abitare la parrocchia significa andare. Lo stile di tutti i laici cristiani dovrebbe essere caratterizzata dalla contemplazione e dall’azione.
Per concludere in bellezza questo camposcuola abbiamo fatto una passeggiata nella bellissima città di Monopoli ammirando tutte le sue bellezze.
Il camposcuola diocesano unitario è quel momento che ogni aderente dovrebbe rubare alla propria routine quotidiana per crescere nella fede, nella vita, nelle relazioni. E quel momento in cui conosci meglio te stesso e gli altri. E quel momento in cui il confronto, le relazioni sono al centro. E quel momento in cui i sorrisi non sono semplicemente sorrisi ma sono espressione di una associazione viva e pronta ad andare oltre la “soglia”.
Nicoletta De Candia
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