“Chi non vive per servire, non serve per vivere” è la frase di Madre Teresa di Calcutta, che in questi anni, in particolare, è risuonata in me ed è stata di stimolo e di verifica ad ogni mio agire, ma sono certa che è risuonata nel cuore e nella mente di ogni membro di Presidenza, come di voi tutti responsabili di questa Associazione.
Dobbiamo riconoscerci, come scrive Lc 17,10, servi inutili, perché abbiamo fatto quanto dovevamo fare. Sì, siamo servi senza pretese, senza rivendicazioni, senza secondi fini, perché il Signore ci chiama ad osare la vita, a scegliere, in un mondo che parla il linguaggio del profitto, di parlare la lingua del dono, in un mondo che percorre la strada della guerra, di prendere la mulattiera della pace.
A conclusione di questo secondo mandato e di sette anni vissuti con voi, ringrazio il buon Dio per i suoi tanti doni.
Sono convinta che ne sia valsa proprio la pena vivere appieno ogni attimo, ogni giorno, ogni anno di questa esperienza. È stato un tempo intenso di relazioni, dialogo e ancor di più di ascolto, di prossimità, di laicità vera e di ricerca spirituale. Ho incontrato la vita di tanti e ne ho fatto tesoro.
L’esperienza fatta in questi anni è stata proprio quella che da cristiani, da aderenti all’Azione Cattolica, dobbiamo fare: sentire forte il bisogno di smuovere le coscienze, di metterci in discussione, di confrontarci, di pensare insieme ad altri a cosa noi possiamo fare, cosa ora tocca fare a me perché l’altro si senta amato, perché in questa storia io possa mettere l’impronta di Cristo.
Il triennio ben presto si prospetta difficile. C’è un’emergenza sanitaria che il 10 marzo del 2020 fa chiudere tutte le scuole e buona parte delle aziende; siamo invitati a non uscire di casa se non per necessità, le macchine circolano sempre meno, le chiese vengono chiuse, si indossano le mascherine. Siamo costretti a cambiare. È la pandemia.
È stata una tempesta non prevista e indesiderata, che ha fatto venire meno le nostre certezze e ci ha fatti sentire limitati, ci ha fatti scoprire più fragili e, in quei momenti, anche più veri. Ha fatto piangere per i tanti lutti vissuti, ha fatto sperimentare a molti la precarietà del lavoro e il bisogno di chiedere aiuto per soddisfare i bisogni primari.
La nomina del Presidente diocesano tarda, ma il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione a Maria dall’Angelo, al lavoro mi giunge la telefonata di auguri onomastici del Vescovo, Sua Eccellenza Mons. Cornacchia e mi comunica la nomina a Presidente incaricandomi di guidare, per un secondo triennio, l’Associazione. La confusione in me è tanta. I miei colleghi la percepiscono e pur volendo tenere riservata la notizia, in quel momento, non è stato facile, anche perché, in un tempo così “social”, l’assistente unitario don Gianni Fiorentino ha voluto fare le cose in grande dando l’annuncio alla diocesi con un video messaggio. E poi … un susseguirsi di telefonate di auguri.
Devo mettermi in contatto, bisogna riprendere appieno il cammino associativo, installo le app e, istruita da mio nipote, iniziano le mie videochiamate e si aprono i primi collegamenti, si aprono nuove “stanze”: Zoom e Google Meet.
Il 27 marzo, nel silenzio delle nostre case, ascoltiamo e vediamo Papa Francesco sotto una pioggia incessante in una piazza deserta. Da lì, dove tutta l’umanità è rappresentata, partono le nostre riflessioni e gli stimoli per vivere e far vivere agli aderenti una Chiesa più vera, che risponde ai bisogni dell’umanità, che si fa prossima.
Il 30 marzo 2020 è la prima Presidenza on line e sperimentiamo tutti un nuovo modo di stare insieme: a distanza. La nuova Presidenza non si può costituire, perché non conosciamo ancora gli strumenti che ci permettono di votare da remoto rispettando l’anonimato e decidiamo di continuare a lavorare, non si sa per quanto tempo ancora, con la “vecchia Presidenza”.
È così che, a poco a poco, con creatività, stupore, senso di responsabilità, con molto entusiasmo che nasconde lo smarrimento, recuperiamo la nostra presenza “virtuale”, in ogni contesto: responsabili parrocchiali, consiglieri diocesani, aderenti e anche con gli incaricati regionali e i responsabili nazionali. Anzi, in alcuni momenti avvertiamo che sia più facile incontrarsi, perché le distanze sono annullate e tutto appare possibile da realizzare.
Ripartendo con slancio e passione cattolica, i giovani ci trainano, ci smuovono, ci fanno sorridere: loro della tecnologia sono esperti e lanciano l’Happy Monday e le challenge on line, dove io mi cimento, ma presto mi ritiro in buon ordine. Mi creano il profilo su Instagram, ma non so usarlo e, per evitare di fare danni, lascio stare.
Siamo invitati, anche dal Centro Nazionale, ad essenzializzare, ma cercheremo comunque nel progettare, di prenderci cura di ognuno: adultissimo, adulto, giovane, giovanissimo e ragazzo, promuovendo un’Ac che non ha solo a che fare con una questione numerica, ma che offra agli aderenti una risposta di contenuti. È necessario che anche in questo momento, in cui ci sentiamo come sospesi, dove domina l’incertezza, sempre più persone abbiano la possibilità di fare un’esperienza bella di fede, di vita ecclesiale, di vita associativa, di crescita umana.
La Via Crucis per la prima volta è in streaming e ai ragazzi dell’Acr viene proposta una Via Crucis tutta speciale in formato multimediale, dove anche l’assistente don Silvio Bruno entra a farne parte. È un successone!
“Verso l’infinito e oltre” è l’inizio di un modo nuovo di relazionarci: i nostri giovani in conversazione con il professore Enrico Galiano e con don Mario Diana, sperimentano che le distanze fisiche sono state completamente abbattute, che anche il relatore più ricercato può stare un pomeriggio con noi in conversazione per aiutarci a sciogliere dubbi, a superare fragilità, a parlarci di Dio senza annoiarci, ad accogliere nuove idee a fare esperienze irripetibili con gli amici di sempre e con volti nuovi.
E, l’augurio che espressi allora ai giovani, lo esprimo ancora oggi e vorrei che anche noi adulti lo facessimo nostro:
«Vivete, animati dallo Spirito Santo, una fede libera da stereotipi, da condizionamenti, da un tradizionalismo soffocante.
Vivete una fede generosa, segno della presenza dell’amore di Cristo. Non lasciatevi andare al “narcisismo, vittimismo e pessimismo”, come dice papa Francesco, ma donatevi senza misura.
Andate oltre il cattivo esempio che noi adulti vi diamo, non siate calcolatori, falsi, egoisti e mediocri, ma innamoratevi del mondo e custoditelo nella sua bellezza, nella sua diversità e siate voi stessi bellezza.
Siate sempre capaci di stupirvi, di osare cose ardite che permettono a voi, al vostro gruppo di amici, all’umanità intera, di essere più in sintonia con il Vangelo.
Spendetevi per la difesa del creato come per un amico che è stato offeso, non cedete all’illegalità e alle dipendenze di questo tempo, siate segno di pace.
Siate sempre responsabili dei più piccoli, aiutateli a crescere e prendetevi anche, cura dei più anziani, dei vostri nonni, donate loro del tempo e un sorriso senza sentirvi invincibili e già arrivati ma sempre in ricerca e bisognosi di testimoni.
Preparatevi alle sfide della vita con uno studio attento, senza sotterfugi, sviluppando l’analisi critica e obiettiva degli avvenimenti e relazionandovi in modo onesto con i vostri compagni.
Siate tanto umili da saper chiedere aiuto e all’occorrenza anche perdono, ai vostri educatori, genitori, amici e a Dio stesso.»
L’8 giugno 2020 finalmente in presenza, ma distanziati, il consiglio elegge i nuovi responsabili di settore e articolazione: la nuova Presidenza può iniziare a lavorare e arricchirsi delle figure cooptate. A Pino Mastropasqua, a Martino Binetti e Katia Lamarca, ad Alfonso De Leo che lasciano l’incarico il mio rinnovato grazie.
Si inizia il triennio associativo con una consapevolezza che esso non sarà tale, ma diverrà un quadriennio perché le assemblee elettive regionali e l’assemblea nazionale si svolgerà, covid permettendo, nel 2021. Ci si mette a lavorare alacremente sfruttando ancora i collegamenti on line. Anche le feste di settore e articolazione, gli incontri del Msac, il percorso per le giovani coppie, si svolgono on line. Non si può rischiare sono troppe le persone fragili presenti nelle nostre famiglie. Gli assistenti ci accompagnano nella fede in Quaresima come in Avvento commentando il Vangelo videoregistrandosi.
Il campo scuola è on line e, del creato, del nostro impegno a custodirlo, ci parlano Padre Francesco Neri e Giuseppe Notarstefano, ancora ignari entrambi delle responsabilità che avrebbero assunto. Per fortuna i campi successivi cambiano forma e modalità di partecipazione: prima è presso la parrocchia Immacolata di Giovinazzo piuttosto distanziati, poi non residenziale presso il Seminario Diocesano di Bisceglie e, infine, torna il campo residenziale a Santeramo.
La Festa dei Popoli realizzata in collaborazione con tantissime associazioni ecclesiali e non, presenti sul territorio, è on line. Non occupiamo più la villa comunale di Molfetta facendo risuonale le nostre voci, addobbandola con bandiere di tutto il mondo, con girotondi e abbracci, con piatti etnici e sorrisi che sostituiscono le parole non comprese di una lingua sconosciuta: occupiamo una piazza virtuale.
Partecipiamo on line al reading del libro dell’Esodo come Presidenza e Consiglieri diocesani nell’ambito del Festival Nazionale della Comunicazione organizzato e curato a Molfetta da Luce & Vita.
Il nuovo anno associativo non ci permette ancora di stare l’uno accanto all’atro. Tutte le attività, gli incontri, si programmano da svolgere on line, almeno nella prima metà dell’anno, e anche il PFR che, nel frattempo diventa “Cantiere della Formazione” guidato da Angelica Iurilli, che viene incaricata sostituendo Anna Piscitelli, ci vede tutti dietro degli schermi e diventa occasione per invitare nomi illustri, persone impegnate al Centro Nazionale che hanno redatto il nuovo Progetto Formativo e il responsabile della formazione a livello nazionale. Tutto ciò diventa una ricchezza ancora più grande per la nostra Ac diocesana. Tornati in presenza, la formazione continua con il professor Illiceto, che affascina giovani e adulti responsabili nei suoi tre momenti di riflessione a cui seguono lavori di gruppo e ritorno in plenaria.
Constatiamo a malincuore che nelle chiese, anche se si sono riaperte alle celebrazioni, queste non sono più partecipate come prima e nei nostri aderenti c’è un piccolo calo di adesioni. Diventa nostra premura recuperare gli aderenti che si sono allontanati, scriviamo loro una lettera per motivarli, far risvegliare in loro il desiderio di incontrarci, di continuare a vivere esperienze significative insieme perché l’Ac deve essere sempre una scelta di impegno, ma ancor di più, non allontanarsi da Cristo, il nostro centro.
Le attività diocesane proseguono, non sto qui a riportarle tutte, anche perché i social sono ormai diventati le nostre bacheche, i nostri ricordi e i nostri promemoria, e poi, con la responsabile della comunicazione Margherita de Pinto, subentrata a Susanna de Candia, e la commissione che la supporta, tutto è diventato più visibile, è difficile perdersi un appuntamento o non avere un feedback di ciò che avviene in Associazione, in diocesi e a livello nazionale, senza dimenticare quelle cards mandate con cadenza ordinaria come le ultime sulla responsabilità, che danno valore ad un ruolo, ne ricordano le modalità elettive e danno informazioni sull’ABC del responsabile anche a chi casualmente si ritrova nello scorrere delle pagine il nostro post.
Gli Adulti non restano indietro con l’uso della tecnologia, tanto da riuscire a realizzare gli esercizi spirituali dettati dall’assistente unitario don Gianni Fiorentino. Le lodi, la lectio, la meditatio, l’oratio, la contemplatio e infine la risonanza ci fanno restare incollati ad un monitor per non perdere nulla del momento. Passata la pandemia, gli esercizi spirituali tornano in presenza e don Gianni continua ad avere cura di ogni adulto. Egli, ci fa avvicinare con più consapevolezza all’Apocalisse e ci rende famigliari con Rut la Moabita.
Esce un opuscolo destinato al settore adulti “Signore, dammi da bere” ed è lo strumento per non dimenticare che c’è un’acqua “viva” per noi, Dio è quest’acqua sorgiva che sgorga. Dobbiamo scavare e la troveremo e così non appiattiremo con le nostre prassi associative, ciò che è così vivo e spontaneo.
Il bello dell’Associazione è il non essere mai ripiegata su se stessa e soprattutto non sentirsi sola nel servizio alla Chiesa. Per questo, nonostante il momento, tesse relazioni sempre intense che permettono di crescere nella fede e crescere come donne e uomini di una società civile che si mettete in discussione, si interroga sul disagio. Sostiene e diffonde il messaggio provocatorio, indirizzato alla Chiesa diocesana, al Consiglio Pastorale diocesano, scritto dalla CDAL (Consulta delle Aggregazioni Laicali): “Forzare l’aurora a nascere” che propone, per superare la grave crisi economica conseguenza della pandemia, forme di microcredito, di economia di prossimità, gruppi di acquisto solidale. Anche se, a malincuore, constato che ben poco in diocesi si è riuscito a realizzare.
Il settore adulti questi temi li fa propri e di economia sostenibile, di economia circolare, di gruppi di acquisto solidale, ne parla anche in più momenti dell’anno perché la “Fratelli Tutti”, la fraternità e l’amicizia sociale, il no alla guerra e alla globalizzazione dell’indifferenza, le vie indicate dal Pontefice per costruire un mondo migliore, più giusto e pacifico, siano veramente l’impegno di ognuno di noi. Gli adulti osano e sposano la causa della salvaguardia del creato coinvolgendo, nella discussione della tematica, anche i giovani.
La crescita delle giovani coppie sta a cuore al settore e la coppia cooptata nella Presidenza struttura un percorso a loro dedicato sul tema dell’Amoris Letitia guidato da don Vincenzo Di Palo che purtroppo, non avendo una partecipazione significativa, si interrompe.
In Ac non si lavora a compartimenti stagno. C’è una forte collaborazione dei responsabili e equipe adulti e giovani per una proposta di formazione per i giovani adulti/adulti giovani che è ancora oggi una sfida da vincere.
I responsabili giovani in questi anni con l’equipe hanno fatto proposte nuove per motivare e dare risposte al settore. La pandemia non ha permesso loro di vivere una piena relazione con i loro compagni di scuola, con gli amici; li ha privati della libertà anche di movimento, li ha resi più fragili con nuove paure e problemi alimentari e sono in molti a chiedere aiuto con il loro silenzio. La risposta è stata farli incontrare, a gruppi non molto grandi, per dialogare con psicologi e poi strutturare un percorso all’affettività, alle relazioni e alla sessualità avvalendosi della collaborazione del Consultorio Diocesano. Attenzione avuta anche nelle Feste dell’Accoglienza diocesane, dove il giovanissimo è diventato pienamente protagonista e destinatario di messaggi positivi, motivazionali.
I giovani, che si ritrovano per studio e lavoro sempre più spesso fuori sede, hanno avuto una risposta al loro desiderio di continuare nella formazione, di abitare la loro instabilità e per questo, per i fuorisede, è stato attivato un percorso animato, anch’esso da una fuori sede, Rosa Caravella, dapprima da Palermo e poi da Roma. A pagare “il conto” con la distanza è stata anche la responsabile giovani Sabrina Cagnetta, che, lavorando a Milano, ha dovuto riconoscere le difficoltà sopravvenute nel seguire il settore e per questo nel dicembre 2022 il Consiglio, a seguito delle sue dimissioni, si è ritrovato per eleggere la nuova vice giovani nella persona di Noemi Vallarelli.
Il coinvolgimento dei giovani non è solo del settore, ma è anche del Movimento d’ambiente Msac che purtroppo ha dovuto registrare un cambio di segretari: a Rosanna Montaruli subentra la vice Federica Lacalamita. Il Movimento, che oggi purtroppo registra un calo di presenze in equipe, e per questo non ha ritenuto di celebrare il Congresso e di rimandarlo, nella speranza di ricostituirsi con un percorso motivazionale significativo, ha vissuto momenti di grande partecipazione come la messa dello studente all’inizio dell’anno scolastico, l’Oktober Fest, il Back to school, l’accompagnamento alla scelta universitaria in collaborazione con Progetto Policoro diocesano e, a livello nazionale, all’SFS come anche gli altri convegni nazionali.
E l’Acr? L’Acr è fantastica! I responsabili e l’equipe riescono a tradurre ogni momento: la Marcia della Pace, ora anche la Carovana della Pace a Roma, le Feste del Ciao e degli Incontri, i momenti di preghiera, il problema ambientale, la custodia del creato, le tematiche della disabilità e dell’inclusione, la vita di Armida Barelli, l’adesione, l’elezione del ragazzo dell’Edr a misura di ragazzo anzi “Su misura per te – A contatto con te”. La loro è l’esperienza vera, autentica, di una Chiesa dove sono protagonisti e dove il primo loro amico è Cristo e, con lui nel cuore, devono portare la gioia agli altri. Certo, per fare tutto questo bisogna formarsi e non da soli, partecipando agli incontri dell’ufficio catechistico e ai vari convegni nazionali e al PFR per neo-educatori, come anche ai momenti di formazione per i responsabili. A marzo del 2022 è stato difficile salutare don Silvio Bruno, assistente diocesano dell’articolazione, ma, alla fine, è stato facile accogliere il novello sacerdote don Antonio Picca, che presto si è fatto voler bene e a poco a poco sta entrando in dinamiche associative non sempre facili.
Voglio ora ringraziare l’equipe degli educatori dell’EDR, la precedente con Cosmo ed Ester e l’attuale con Marco, Rossella e Maria Luisa. Vorrei avere il vostro entusiasmo travolgente e la vostra amorevole cura per ogni ragazzo. Grazie!
Nel marzo 2021 finalmente si celebra l’Assemblea regionale e a fine aprile quella nazionale. Sono on line, il voto è on line, e impariamo tutti un nuovo strumento di partecipazione che sarà utile anche per le nostre assemblee parrocchiali per permettere anche ai fuori sede di essere partecipi alle scelte dell’Associazione. Le due assemblee hanno una risorsa in più: ai lavori assembleari possono partecipare anche i non delegati e questa diventa un’opportunità per tanti che si coinvolgono.
L’elezione regionale ci ha visti anche protagonisti perché la diocesi ha espresso la candidatura per l’Acr di Vincenzo Cappelluti e per il settore adulti di Grazia Tedone, già incaricata regionale nel triennio precedente. I due vengono eletti come incaricati e per noi diocesi è motivo di vanto e il segno delle tante aspettative che gli altri hanno su di noi.
Anche l’Assemblea nazionale ci vede protagonisti: Angela Paparella è candidata come consigliera al settore adulti e anche questa candidatura vede convergere tanti voti. Angela è consigliera nazionale.
La XVII Assemblea diocesana ci consegna diverse mozioni ed emendamenti che hanno bisogno di una risposta. Diventa necessario mettere mani all’Atto Normativo Diocesano e si affida tale lavoro ad una commissione composta da Katia Lamarca, Manuela Barbolla, Graziano A. Salvemini, Andrea d’Ercole e Vincenzo Zanzarella. Il nuovo AND approvato dal Consiglio Diocesano nel gennaio del 2023 e successivamente da Roma, è attuato per la prima volta in questa assemblea. Il Consiglio diocesano ha approvato la Postfazione al Documento Finale della scorsa Assemblea per attualizzare ancor di più il Documento Finale visto l’incidenza della pandemia nella vita associativa.
I Consiglieri si sono ritrovati in questo triennio ad assumere un ruolo più attivo nella vita dell’Associazione, a vivere in un certo qual modo l’esperienza dei membri di presidenza. Guidati da noi e affiancati, hanno vissuto i consigli lavorando in gruppi di studio; alcuni consiglieri sono stati invitati a studiare il nuovo Progetto Formativo “Perché sia formato Cristo in voi”, uscito nel dicembre 2020, e a presentarlo ad un consiglio allargato ai presidenti parrocchiali, si sono insieme interrogati sul Sinodo, sono stati invitati a scegliere insieme alla Presidenza le linee programmatiche del 2022-23, con la collaborazione di qualche presidente parrocchiale, a strutturare gli ultimi due campi diocesani ed, infine, il Documento Finale di questa Assemblea, che sintetizza il nostro desiderio di futuro.
La Chiesa, dopo la pandemia è chiamata a gesti ancora più coraggiosi, è chiamata a mettersi in discussione, perché deve ascoltare tutti, deve accogliere tutti, è di tutti.
Papa Francesco indice il Sinodo: parola e discernimento, ascolto e dialogo, missione e generatività, entrano nel nostro linguaggio comune e nei percorsi formativi. Le parrocchie sono coinvolte e noi con esse tantissimo, anche perché, nel nostro DNA, siamo sinodali. Purtroppo, devo riconoscere, dopo un primo entusiasmante momento, tutto torna ad appiattirsi, come a dimenticare ogni esortazione del Santo Padre, come a dimenticare il fervore che inizialmente ha animato anche noi. I cantieri sinodali, e spero di essere in errore, restano sulla carta, perché il “si è sempre fatto così” ci appartiene ancora e non si sradica. I germogli del sogno di Papa Francesco rischiano di non dare nuovi frutti se noi non li sosteniamo.
Dobbiamo riconoscere, a malincuore, che alcune buone pratiche iniziate in passato, come la Scuola di Democrazia, in collaborazione con l’Osservatorio per il Bene Comune e la Legalità di Giovinazzo, l’Ufficio diocesano della Pastorale Sociale e del Lavoro e la CDAL, terminano, e nonostante i buoni propositi non si riescono a rilanciare.
L’attività dell’Azione Cattolica diocesana si inserisce in ogni iniziativa della Diocesi e della Chiesa locale, e come non esserci e collaborare per le celebrazioni dell’anno dedicato al 30° anniversario del dies natalis di don Tonino? Ogni momento ha avuto risonanza sui nostri canali social, perché ogni aderente partecipasse e vivesse la bellezza del momento, per conoscere il pensiero di don Tonino con la Scuola della Pace che ci auguriamo diventi qualcosa di stabile.
Coltivare pensieri di pace e marciare per le strade dei nostri paesi nell’annuale appuntamento organizzato dalla CDAL ed essere presenti quando il tema della pace si mescola con quello dell’immigrazione, restando in preghiera, in silenzio, in presenza della Croce di Cutro segno delle tante vittime e dei tanti sogni infranti davanti alle coste d’Italia: questo è vivere la passione cattolica.
La vita associativa, dobbiamo riconoscere, non è stata sempre rose e fiori; a volte ci sono le lacrime, come per la dipartita di Tonia Angione, ma anche i dolori e le incomprensioni sono state veramente grandi. Decidere, dopo lungo discernimento e confronto con le associazioni parrocchiali di Giovinazzo, con i loro presidenti e consiglieri, di non essere più partecipanti attivi dell’Osservatorio per il Bene Comune e la Legalità di Giovinazzo, non è stato facile. Abbiamo dovuto registrare un grave sfilacciamento con gli aderenti della parrocchia San Pio X ed il suo parroco e, purtroppo, dobbiamo anche accettare la non adesione della parrocchia Immacolata di Terlizzi. Addolora restare impotenti difronte alle difficoltà di alcuni Presidenti con le loro comunità, costretti a dimettersi perché il consiglio, la base associativa non è riuscita ad accompagnarli e sostenerli nel momento di incomprensione. Ed è proprio questa difficoltà a costituire un’associazione parrocchiale, che ci sollecita a costituire un gruppo che faccia capo all’associazione diocesana, per garantire quella formazione permanete di cui il socio di Ac ha bisogno.
Non è stata un’esperienza positiva quando, alla luce dei tanti cambiamenti di parroci nelle comunità, alla nostra proposta di fare loro visita per una “chiacchierata”, per incoraggiarli, per dire grazie per aver accettato la sfida, da alcuni, per fortuna pochi, ci è stato risposto che non era quello il momento di recarci.
Il 12/03/2022 la Delegazione regionale incontra la nostra diocesi, il nostro consiglio per un confronto e un arricchimento reciproco. Non è il solo momento associativo in cui l’associazione diocesana si confronta con altri. La fortuna di avere il Seminario Regionale a Molfetta facilita l’incontro con il Centro Nazionale che incontra le associazioni pugliesi per guardare al futuro dell’associazione.
È grande festa il 30 aprile 2022 quando Armida Barelli diventa beata. Tutti seguiamo la celebrazione dal Duomo di Milano. Lei che della Gioventù femminile è stata la fondatrice, la “Sorella maggiore”, la donna che negli anni dal 1918 al 1954 ha permesso a tutte le donne di riscattarsi da una condizione di analfabetismo, di disuguaglianza politica, democratica e sociale, già grande agli occhi di Dio viene riconosciuta grande nell’attuale società. E noi, dopo un convegno unitario “Una Donna oltre il suo tempo” che vede la presenza di Ernesto Preziosi e di Maria Chiara Carrozza, nel novembre 2023 ospitiamo la mostra nazionale a lei dedicata per permettere ai grandi come ai giovani e piccoli di conoscerla, di ricordarla per sempre per le sue tante opere. Diventa questa anche l’occasione, per ascoltare le ultime testimoni di quegli anni e per esprimere il nostro grazie infinito a Cristina Gadaleta, Franca Salvemini, Memina De Ruvo, Ninetta Tedone e alle tante donne che con sacrificio, dedizione, amorevole cura e preghiera, hanno accompagnato la vita della nostra associazione diocesana.
È stata un’esperienza stancante sì, ma di una ricchezza incommensurabile, partecipare alle assemblee parrocchiali che hanno fatto tesoro del Vademecum, mediazione delle tracce arrivate dal centro nazionale “Testimoni di tutte le cose da Lui compiute”, per l’analisi e il discernimento di quanto lavoro è stato fatto, ma di quanto altro si consegna ai nuovi responsabili parrocchiali. È stato bello condividere quel momento e costatare con quanta cura il tutto era stato realizzato, senza improvvisazione né autocelebrazioni, con l’emozione del ruolo e con l’orgoglio di essere riusciti anche nel piccolo a vivere un’Ac vera.
E poi le assemblee cittadine, partecipate dai nuovi consigli parrocchiali, dove si rafforza la convinzione del grande lavoro fatto dai coordinatori sul territorio, dove è emerso nel dibattito il desiderio di conoscersi, di fare percorsi comuni con più comunità parrocchiali.
Non abbiamo fatto tutto, anzi, qualche errore l’abbiamo sicuramente fatto ma, scusateci, ne eravamo inconsapevoli.
C’è tanto da lavorare nella vigna del Signore e alla nuova Presidenza e al nuovo Consiglio auguro di vivere il futuro associativo con tutte le sfide che il futuro riserva, ricchi della bella storia di cui siamo parte. Io sarò sempre lì a tifare, con la preghiera, per tutti voi.
A voi e a tutta l’associazione diocesana oggi consegniamo la Bozza del Documento Finale della XVIII Assemblea diocesana. Persone e comunità, comunione e responsabilità, formazione e cultura, spiritualità e sinodalità sono le tematiche che ci aiuteranno a discernere per “costruire un noi sempre più grande”. E in questo documento non poteva non rientrare l’analisi dell’attuale società da molti definita liquida, l’incapacità di molti ad elaborare un pensiero critico, la fragilità dell’umanità, il desiderio di sentirsi amati e ascoltati, la ricerca di una spiritualità vera, l’impegno a non girare lo sguardo dalle tante violenze per riconoscerle e combatterle, il valore di un gruppo, di una comunità. Ad Armando Fichera, Luisa Bellarte, Anna Piscitelli, Salvatore Sparapano, Federica Mastropirro, Andrea d’Ercole, Angelica Iurilli e Modesto De Candia, il mio grazie per quanto vi siete messi in discussione. Grazie ancora a Lorenzo Pisani che ha tradotto i numeri di quella che è stata la nostra Associazione in questi quattro anni in grafici.
L’Azione Cattolica è preghiera. L’azione e il sacrificio senza la preghiera non avrebbero mai avuto il giusto valore e per questo, a settembre, all’inizio di questo anno associativo, la Presidenza ha voluto vivere un momento di raccoglimento, preghiera e abbraccio fraterno sulla tomba di don Tonino e di don Gino Martella. A loro abbiamo affidato le ansie e i sogni della nostra Associazione, le attese di tutti come i desideri e le preoccupazioni più personali, il cammino associativo diocesano che domani si conclude e i sogni che ci auguriamo domani diventino realtà.
Con tanti ricordi nel cuore che affido alla Vergine Maria, dico grazie all’Azione Cattolica nazionale, all’Azione Cattolica diocesi di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo, Terlizzi, a questa Chiesa diocesana e ai suoi organismi, al Consiglio Pastorale diocesano che ho cercato di onorare da membro di diritto con la mia presenza, ma soprattutto con l’esperienza associativa e il mio senso critico portando un po’ di Ac anche lì, e il mio desiderio per una Chiesa diocesana ancora più bella, alle tante associazioni che ho avuto modo di conoscere ai loro responsabili, alla CDAL che del direttivo ero membro e dove ho respirato e mi sono nutrita di una cattolicità attiva.
Grazie alla mia parrocchia, al mio gruppo di adultissime e adulti, ai giovani, che in questi anni mi ha vista presente ma con più di un’assenza tanto da poter far sorgere al nuovo parroco, don Ignazio Gadaleta, il dubbio che io fossi sua parrocchiana. A don Michele del Vecchio che mi ha accompagnata con la preghiera.
Grazie ai miei colleghi di lavoro, che non hanno capito molto dal mio sentirmi dire al telefono ok, ci vediamo a Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi per le 20.00, le 20.30 o la domenica mattina per il Pfr. Ho rivelato poco a loro, spero non il mio modo di esse sempre sincera, disponibile e il relazionarmi in modo autentico.
Grazie ai Presidenti parrocchiali, al Consiglio diocesano e a tutti i membri di equipe: avete fatto un lavoro stupendo.
Grazie alla mia famiglia a cui ho sottratto molto tempo e affetto, ma che silenziosamente mi ha sostenuta in ogni scelta e giustificata in ogni assenza.
Grazie a don Gianni, don Luigi e don Antonio che sono stati degli assistenti magnifici, a cui chiedo di continuare ad essere guide spirituali attente e sostenere, con la preghiera, l’associazione.
A Marta e Tommaso, a Noemi e Armando, a Vincenzo e Milena, Raffaele, Federica, ai coordinatori cittadini Lorenzo, Katia, Pino e Pasquale; a tutti i membri cooptati alla presidenza: Pino e Pasqua, Margherita, Chiara, Angelica, Saverio, Beppe, ad Antonella, segretaria dell’associazione a cui riconosco competenza e conoscenza, a Voi tutti qui presenti che avete tradotto l’l care in vita, grazie!
Alla Vergine Maria affido quest’Associazione, questa porzione di Chiesa, perché possa volare alta, perché possa trasformare il sogno di una chiesa sinodale in realtà, perché aiuti gli uomini a coltivare sogni di pace perché le guerre, tutte le guerre sono un orrore e non ci si può voltare dall’altra parte.
Duc in altum Azione Cattolica.
Nunzia Di Terlizzi