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Mercoledì 14 agosto, ore 2024
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PIER GIORGIO FRASSATI: L’AC E LUI … “SEI GRADI DI SEPARAZIONE”

Nell’ABC dell’Azione Cattolica almeno una volta, nella vita da aderente, ci si imbatte nella lettera F di Frassati e da quel momento la laicità assume tutto un altro sapore e significato. È una scoperta inattesa e felice, mentre si è alla ricerca di altro nel proprio percorso; è quello che gli inglesi chiamano “Serendipity”. Incontrando Pier Giorgio Frassati, anche oggi, a 96 anni dalla sua prematura scomparsa, ci si accorge di essere trascinati completamente fuori dalla zona di comfort, nella quale spesso ci si adagia in AC. Egli crede fortemente nell’associazionismo e il 14 maggio del 1922 si iscrive al circolo “Milites Mariæ” della Società della Gioventù Cattolica Italiana (compagine maschile dell’Azione Cattolica) e allora ancora oggi potremmo chiederci:

Perché un giovane dovrebbe scegliere la Chiesa e l’adesione all’Azione Cattolica?

Pier Giorgio Frassati aveva occhi che hanno amato il Fuoco, un ragazzone bello e forte, alto, bruno e prestante, di poche parole, ma dai molti gesti, positivo e propositivo, esempio di prossimità e umiltà, che nell’inverno dello Spirito costruiva granai, mai per sé, ma per gli altri, in un esemplare dono di sé, in un concreto svuotamento che salva. Egli comprende da subito che per essere un buon cristiano deve “far cadere il proprio baricentro fuori da se stesso” (cit. Don Tonino Bello). Un’esistenza, quella di Pier Giorgio, mai trattenuta per sé, ma sempre donata a piene mani, un giovane, un modello del Novecento, storicamente più vicino a noi di quanto si possa pensare, vestito dei nostri stessi panni. È un giovane uomo sempre presente a sé stesso, di grande sensibilità morale e sociale, nel vivere e nell’atteggiarsi, nel parlare rivolgendosi ai potenti e nel soccorrere i bisognosi; e può tutto questo perché il suo centro è Cristo. Egli è scevro da strascichi di Barocco e di Controriforma ottocentesca, è un uomo padrone del suo tempo, di grande coscienza, impegnato in questioni di senso, mai banale o sprovveduto. Politicamente impegnato nel pieno dopoguerra, combattivo e militante, non stava col potere né con l’antipotere, ma con la sana contestazione, tra e a favore delle minoranze, dei deboli, dei “drop-out” (cit. Don Tonino Bello), senza mai godere dei privilegi che l’illustre cognome di famiglia gli imponeva; manifestava, denunciava e fronteggiava a viso aperto. Pier Giorgio vive ogni giorno dei suoi vent’anni al 100% e si lascia educare e solcare dalla Parola di Dio, dall’Eucarestia, dalla Confessione e dall’incessante preghiera. I suoi passi procedono sempre spediti fino alla più alta imitazione ed unione con Cristo, suo unico Maestro. Tuttavia, la goliardia del tempo trascorso con i suoi amici, come lui “tipi loschi”, lo sport, la cultura, le questioni sociali ed i valori imparati in seno alla famiglia, lo costituiscono giovane dal carattere solidissimo e dal temperamento testardo, notevole nell’ardore per il servizio ai fratelli. Frassati è un cristiano, è naturalmente cristiano, è semplicemente cristiano, lo è per piacere a Dio e a nessun altro. “In parallelo all’amore per Dio cresceva l’amore per il prossimo” (cit. Luciana Frassati) consapevole che “pulvis et umbra sumus” (frase sul suo segnalibro di stoffa) e cioè che siamo polvere ed ombra, che ogni uomo è infinitamente piccolo difronte all’altro uomo, ma custodisce la grandezza di un Tabernacolo e che Dio è la Sorgente e la Foce. Pier Giorgio è alieno agli atteggiamenti di tristezza e lamento di cui i cristiani di ieri e di oggi sono accusati; forte del significato della parola “Beatitudine”, rideva e viveva nel più ossigenante dei modi. Conoscerlo ci porta in un luogo fisico: la montagna, che egli amava; ci avvicina ad un Corpo: l’Eucarestia; ad un tempo: il suo, speso per i debol;, ad uno spazio: la periferia di Torino, la più grande città industrializzata dell’Italia di inizio Novecento.

Con Pier Giorgio Frassati possiamo provare a confermare la teoria dei “sei gradi di separazione” dello scrittore, poeta, psicologo e giornalista ungherese F. Karinthy, che nel 1929 elaborò e comprovò che siamo tutti connessi e che ciascuno di noi è separato dagli altri solo da sei persone, da sei gradi di relazioni interpersonali, tra noi e chiunque altro sulla Terra. Secondo Karinthy nessuno al mondo è mai realmente solo, ma in soli sei passaggi, che ci separano dalla persona a noi più prossima, è possibile trovare la confortante vicinanza dell’altro. Questa incredibile e matematicamente provata teoria fa di Pier Giorgio, un inconsapevole ragazzotto torinese che, prima dell’intuizione dello  scrittore ungherese, fisicamente si “connette” con altre vite meno felici, attraverso il passaparola che giunge al suo orecchio attento; la sua vicinanza agli esclusi, ai malati, ai poveri, ha attirato a sè un numero smisurato di persone, che lo hanno amato anche soltanto per aver ricevuto da lui un sorriso rasserenante e rassicurante. Il giovane e beato Pier Giorgio è stato precursore di un “networking” naturale, di un esperimento sociologico attuato con sensibilità cristiana, in un’esperienza di accoglienza; mettendosi in rete, percorrendo strade, spalancando porte, entrando in malsane soffitte, aprendosi a possibilità che oggi sono facilitate da piattaforme multimediali, che raggiungono i luoghi più remoti del mondo.

E allora la sfida è osare come Pier Giorgio ha osato: dieci laici tra noi provassero ad aiutare dieci poveri e lo stesso facciano altri dieci laici di un’altra diocesi limitrofa, e così via… si arriverebbe ad un numero esponenziale di bisognosi, che a macchia d’olio beneficerebbero di un gesto di pura Carità. Molte nostre associazioni parrocchiali sono intitolate a Pier Giorgio Frassati (es. Santi Medici Terlizzi) ignorando spesso il mistero di essere stati scelti (forse!) da lui, come veicoli del suo messaggio. Egli insegna a noi laici del XXI secolo che il vero impegno associativo deve essere convogliato fuori da noi, Pier Giorgio è stato la “Chiesa in uscita” che tanto desideriamo essere, poiché ha sempre posto il bene degli altri davanti al proprio. Questo giovane beato sa che Dio è gratuità. La gratuità insegna ai giovani d’oggi la forma più alta dell’amore, dell’offrirsi, che non rivendica risposte né ricompense. La gratuità insegna ad essere liberi e liberanti. Donare e donarsi è sinonimo di condivisione e condividere è un verbo che appartiene all’Azione Cattolica. Sono gli altri che, a mò di specchio, svelano noi stessi, ogni incontro infonde coraggio, rimette in piedi, ci rende “speranti”, ci immette nel circolo virtuoso dell’alterità. Pier Giorgio Frassati “comprende” i bisogni degli altri senza riserve, laddove “cum-prehendere” significa “prendere con sé”, non nella forma di proprietà dell’altro, ma nella forma della custodia e della responsabilità dell’altro. Il beato Pier Giorgio Frassati da solo è, o potrebbe essere, il motivo per cui un giovane d’oggi potrebbe simpatizzare in AC, incuriosito da questa affascinante figura, spinto dal suo ardore. L’associazione ha bisogno di nuovi Frassati, di giovani pronti al motto “preghiera, azione e sacrificio” a lui tanto caro. Questo grande testimone  è uno dei più grandi doni per l’Azione Cattolica, custode delle virtù cristiane più nobili, ancora modernissimo, tanto da incarnare un’espressione dell’enciclica di Papa Francesco: “Il servizio guarda sempre il volto del fratello, tocca la sua carne, sente la prossimità fino a soffrirla” (Frates Omnes).

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Occupati dei guai, dei problemi

del tuo prossimo.

Prenditi a cuore gli affanni,

le esigenze di chi ti sta vicino.

Regala agli altri la luce che non hai,

la forza che non possiedi,

la speranza che senti vacillare in te,

la fiducia di cui sei privo.

Illuminali dal tuo buio.

Arricchiscili con la tua povertà.

Regala un sorriso

quando tu hai voglia di piangere.

Produci serenità

dalla tempesta che hai dentro.

“Ecco, quello che non ho te lo dono”.

Questo è il tuo paradosso.

Ti accorgerai che la gioia

a poco a poco entrerà in te,

invaderà il tuo essere,

diventerà veramente tua nella misura

in cui l’avrai regalata agli altri.

(Alessandro Manzoni)




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