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Martedì 17 settembre, ore 2024
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Domenica delle palme: in preghiera davanti alla croce

Anche nella domenica delle Palme, inizio della settimana più importante per noi cristiani, vi offriamo la meditazione sul Vangelo del giorno scritta da don Gianni e un video con la riflessione di don Luigi , per nutrirci soprattutto in questo momento della Parola che salva e conforta.

Con il Vangelo di questa Domenica varchiamo la soglia di una settimana in cui è scritto il destino della nostra vita nel destino stesso di Dio: la «Settimana santa»!
Il racconto che la inaugura è quello della passione di Gesù secondo la versione di Matteo.
Sono quattro i «luoghi» in cui l’evangelista accompagna, da credente, la via crucis del Signore, sino alla sua offerta suprema.

Anzitutto il Cenacolo.
È il momento della nuova alleanza: il pane spezzato e il sangue versato esprimono la decisione di Gesù di restare nel mondo e continuare l’incarnazione e la missione ricevuta dal Padre.
Ma il pane della vita – Gesù che si consegna ai suoi e alla Chiesa – è circondato dall’ombra di Giuda. Nel mistero del Cenacolo balza evidente il contrasto tra la luce del dono e l’ombra del tradimento.

C’è poi il Getsemani.
Forse è il luogo più rivelatore dell’umanità di Gesù. La passione, ancor prima che fisica, è interiore: ripugnanza, angoscia, paura. Ci vuole il cuore dei mistici per entrare nell’orto degli ulivi, per non restare ottusi come i tre discepoli.
Nel Getsemani l’intensità del dono si fa affidamento, preghiera. Anche per Gesù, l’invocazione diventa potenza nella debolezza. L’abbandono della preghiera nei discepoli diventa fuga, incapacità di stare dentro l’«ora» del Signore. E così anche il contrasto del Getsemani è lacerante: da una parte la figura implorante di Gesù, teso nell’abbandono alla volontà del Padre; dall’altra il sonno pesante dei discepoli deboli, caduti nella trappola del maligno.

E poi ancora c’è il palazzo dei poteri.
È qui che l’evangelista colloca l’apparente contrasto tra potere politico e potere religioso, che si risolve con la condanna del Giusto. In realtà, il vero scontro è tra il potere umano e quello divino.
L’uomo giudica Dio. Ma Gesù di fronte al Sommo Sacerdote e poi al cospetto di Pilato risponde con il silenzio e con tutta la sua dignità regale. Egli conferma di essere re, ma di una regalità che non appartiene alle logiche del mondo. È uno scontro frontale tra due regalità. Ancora una volta, sulla vittoria presunta dei poteri umani s’intravede il bagliore della Pasqua, la vittoria del Risorto, giudice della storia.

Ma il luogo decisivo dello scontro tra il potere della luce e quello delle tenebre resta la croce.
La descrizione di Matteo con immagini apocalittiche pone la morte del Signore sul crinale del tempo.
Il velo del tempio si squarcia: è finito il vecchio mondo. La storia resta eternamente segnata, spaccata in due. In mezzo, la croce! E di fronte ad essa scegliere è d’obbligo: da una parte il rifiuto ostinato e dall’altra l’entrata in scena della nuova comunità dei salvati nella persona del centurione romano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

O Signore, ci siamo anche noi nel folle complotto di Giuda, nel meschino tradimento di Pietro, nei panni dei discepoli in fuga; anche noi nelle urla disgraziate della folla; anche noi tra i tuoi crocifissori.
Perdona l’incoscienza del nostro peccato. Aiutaci a ritrovare nella tua morte la nostra vita. Ridesta la nostra debole fede davanti al segno più carico di violenza e più gravido di amore. Fa’ che il tuo amore crocifisso dissolva le nostre troppe violenze.

Buona Settimana Santa

Don Gianni

 

 




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