Stiamo vivendo settimane e giorni febbrili in cui, su temi politici di rilevanza fondamentale per la nostra identità di popolo e per il nostro futuro, si susseguono notizie, emergenze, colpi di scena, dichiarazioni, smentite, prese di posizione che stanno infiammando il Paese e che, proprio per il carico di responsabilità e di scelte che comportano, interrogano e fanno discutere animatamente Istituzioni, alte cariche dello Stato, sindaci e regioni, intellettuali, ma anche la società civile. Dopo il Decreto Sicurezza e rispetto alla questione “Porti chiusi” per le navi Ong che soccorrono migranti, si sta scatenando un vero e proprio movimento di protesta ampio, variegato, supportato da motivazioni differenti, che parte soprattutto dalle periferie, ed è un fenomeno che non va sottovalutato né ignorato, segno di un dilagante disagio, ma anche di una dialettica partecipazione alle sorti del nostro Paese.
La Chiesa, attraverso le parole del Papa, si è sempre espressa in maniera inequivocabile ed in tempi non sospetti, sulla salvaguardia della vita umana e sulla sua dignità, sulla necessità di operare in una prospettiva di inclusione e concreta integrazione, così come sulla urgenza di rimuovere situazioni di conflitto che generano morte, povertà, sperequazione economica e sociale.
Come Azione Cattolica diocesana, seguendo la strada tracciata dal nostro compianto Vescovo don Tonino, apostolo della pace, della promozione umana e della convivialità delle differenze, non possiamo tacere; sentiamo invece forte il dovere morale di onorarne la memoria con il coraggio delle idee e la concretezza dei segni. Abbiamo quindi l’urgenza, in questo momento storico confuso, di esprimerci con essenzialità evangelica e senza tanti giri di parole per affermare che prima delle nostre paure, prima della rabbia, prima degli italiani, viene l’uomo, c’è “prima l’uomo”. Se questo principio viene messo in discussione da una legge o dalle sue applicazioni, se la stessa legge s’incardina su basi che minano i fondamentali diritti umani, noi dobbiamo dire in maniera chiara che per noi la vita e la dignità umana sono al primo posto. La nostra coscienza ci impone di dire un chiaro “no” alle inquietanti prospettive che questa legge apre, a cominciare proprio dalla negazione della sicurezza. Vogliamo inoltre invitare i movimenti laici e cristiani, i sindacati, le associazioni culturali e di categoria, i gruppi, a far sentire la propria voce al fine di promuovere ed incentivare insieme, con una plurale presa di posizione, un movimento dal basso, popolare, che possa alimentare non fumose e rancorose discussioni sui social, ma la possibilità concreta di un’azione sociale mirata, efficace e soprattutto umanamente educativa.
Se, come diceva don Milani, l’obbedienza non è più una virtù, il silenzio in certi casi non è rispetto, è omissione.
La Presidenza diocesana
La dignità umana prima di tutto
gen 08, 2019Ufficio Comunicazione
Previous PostInteressante intervista di Matteo Truffelli a la Repubblica
Next PostL’Ac diocesana sottoscrive l’appello a sostegno di Papa Francesco